Piatto tipico Lucano ma molto usato anche nella cucina napoletana. Piatto forte e rustico, con i ceci a formare una densa crema dal profumo intenso e dal sapore avvolgente. I ceci sono coltivati da tempo immemore in tutti i paesi del bacino mediterraneo, al tempo degli Egiziani erano il pasto povero degli schiavi, mentre i romani adoravano cibarsene friggendoli nell’olio d’oliva. Vanno lasciati in ammollo, la sera prima, in acqua e bicarbonato, la mattina dopo aggiungiamo ancora acqua, alloro e rosmarino e mettiamo a cuocere con coperchio sollevato a fuoco lento fino a quando la schiuma del bicarbonato non sarà andata via. Alziamo la fiamma e cuociamo per 2 ore. In una padella, intanto, avremo preparato il nostro fondo soffrigendo in olio E.V. l'aglio, il peperoncino e la pancetta affumicata, spruzzando con vino bianco. Quando il nostro fondo sarà cremoso e la pancetta completamente consumata, prendiamo i ceci e passiamoli (elimineremo la buccia, della quale ci siamo presi il sapore, ma che ora potrebbe risultare troppo indigesta), versiamoli nella pentola con il nostro fondo insieme allo loro acqua di cottura e facciamo continuare a cuocere fino al bollore, quindi caliamo i ditaloni e portiamo a cottura aggiungendo, se necessita, altra acqua calda poco per volta, giriamo energicamente per non fare attaccare al fondo il nostro capolovoro. A fine cottura versiamo in una zuppiera, lasciamo riposare qualche minuto, guarniamo con basilico fresco e serviamo.
Questo piatto veniva chiamato nelle cantine napoletane con il nome di: "Lampp 'e tuone" per i suoi effetti intestinali.
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