EMILIA ROMAGNA
Se la via Emilia separa la pianura dal rilievo; trasversalmente, all’altezza di Imola, il confine storico ha diviso l’Emilia, sotto l’influenza barbarica, dalla Romagna, rimasta fedele al mondo latino. Da ciò, una cucina dalla doppia anima. Di ascendenza nord-europea è la realtà gastronomica emiliana, basata sul maiale e sui grassi animali; mediterranea è invece quella romagnola, legata all’allevamento ovino e all’olio d’oliva. In alternativa al pane da una parte troviamo lo gnocco fritto nella padella di ghisa; dall’altra, la piada cotta sul testo di terracotta. In Emilia, una straordinaria rassegna di salumi; in Romagna, il pecorino che viene stagionato in fossa. Grandi salumi in Appennino e giacimenti gastronomici a Parma, basti pensare al Parmigiano- Reggiano, al prosciutto di Parma e al culatello di Zibello. A nord, è Ferrara, con piatti che rimandano ai tempi della corte degli Estensi. A Castel San Pietro ha inizio la Romagna, divisa tra i sapori dell’Adriatico e quelli dell’Appennino: Forlì e Cesena, dove prevale la componente appenninica, con piatti di carne e selvaggina che evocano la cucina toscana; infine Rimini, con un brodetto dal sapore intenso, avanguardia dei toni del Centro-Sud.
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