Un brano di pura poesia... di alta cucina.
Mentre i cuochi francesi (i monsiù), dell'aristocrazia napoletana, nobilitavano il riso con il sartù, gli "chef" del popolo realizzavano questo piatto legato agli ingredienti della terra ed esaltando tutti i loro sapori, ecco che il riso diventa patrimonio indiscutible della cucina povera napoletana. Un piatto unico che si eleva a poesia per il palato, sapore intenso, robusto ma armonioso. Assolutamente vietato a gusti "signorili".